Excerpt from Rassegna Critica della Letteratura Italiana, 1900, Vol. 5
Dalla storia della composizione del poema, diligentemente raccolta dal Solerti (l), deduciamo che, dopo il primo tenta tivo, il Tasso al poema altra volta cominciato non tornasse se non quando, finiti gli studi, si fermò a Ferrara presso il card. D' Este; ovvero che negli anni 1562-51 dividesse il Libro primo, dapprima composto, in due canti, e scrivesse il terzo e il quarto, che furon poscia il quarto e il quinto. Il Solerti aggiunge: Ragione di affermare tutto ciò si trova nella lett. Del 15 aprile 1575 all'amico Scipione Gonzaga: Ed a confes sarle il vero tutto quello ch'è sino al nono, trattine i tre primi canti rifatti quasi del tutto, furono fatti in tempo ch' io non era ancor fermo e sicuro, non dirò ne l'arte, ma in quella ch'io credo Infatti Torquato, scrivendo al cugino Ercole Tasso nella primavera del 1566, diceva di essere arrivato al sesto canto del Gottifredo Dopo questo tempo dal 1567 al 1570 il Solerti crede che il poema progredisse di poco. Inoltre il Tasso dice egli stesso che: vedendo molte strade e calcate da molti,.
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